Persegui obiettivi ambiziosi
Persegui obiettivi ambiziosi è la sesta regola d’oro di Leader di Valore

Persegui obiettivi ambiziosi.

Fin da quando ero piccola mio padre mi iscrisse a tennis e ad essere onesta non poteva fare scelta migliore.

Mia madre in una fase iniziale non era d’accordo, dal momento che pensava che uno sport del genere non fosse indicato per una bambina di cinque anni, ma con il tempo lo accettò.

Nonostante fossi molto piccola ricordo ancora il primo giorno in campo: mi sentivo al sicuro, avevo già capito quale fosse il mio posto ed era lì.

Negli anni successivi fui notata da alcuni selezionatori e questo mi permise di salire di livello: a dieci anni venivo considerata già un’agonista e il ricordo degli inizi era già molto lontano.

Non era mai esista per me l’opzione di saltare gli allenamenti e oggi non ricordo una sola volta in cui io non mi sia presentata in campo.

Quando hai un sogno da inseguire ti alleni con la febbre, con il male agli arti, con il cattivo umore, con la bassa autostima, con le lacrime agli occhi, con le delusioni: non importa cosa succede, dal momento che l’unica cosa che hai in mente è di svolgere il tuo dovere.

Mia madre era sempre stata una donna “paranoica” e nonostante avesse accettato il mio stile di vita, era molto titubante all’idea che mi allenassi quando non stavo bene. Da una parte la capivo, ma non potevo permettermi di sbagliare: avevo un sogno da quando avevo cinque anni e non potevo sicuramente mollare ora.

Inoltre avevo il miglior sostenitore del mondo: mio padre. Era lui che mi costruì una mentalità forte e determinata, dove l’opzione arrendersi non era prevista. Mi motivava, mi incoraggiava e ad ogni mio allenamento o partita lui c’era.

Oggi posso dire che senza di lui non sarei arrivata dove sono ora.

Ogni volta che mi sentivo abbattuta per una sconfitta era lì a motivarmi di andare avanti e a ricordarmi che l’unica cosa utile è la disciplina: non importa quante volte cadi o quanto sei stanco, devi andare diritto fino alla meta prestabilita.

Verso i quindici anni capì quanto fosse importante avere una ragione di vita, che ti da la forza di sorridere e mi faceva male vedere i miei coetanei stare tutto il giorno al telefono, uscire solo per bere e fumare, percheé a detta loro questo era l’unico modo per non pensare ai problemi.

A scuola era di routine che la mia fissazione per il tennis venisse sminuita: avevo sentito un numero infinito di volte “non arriverai mai dove vuoi arrivare, smettila di montarti la testa”.

In realtà a me piaceva sentirmelo dire perché dentro di me cresceva sempre il desiderio di far tacere queste voci.

Ai miei sedici anni fui nuovamente notata da un supervisore molto inserito nel settore che mi propose di partecipare alla preparazione per i mondiali dell’anno successivo.

Non potevo crederci: fu quasi surreale, come stare su una nuvola. Ciò per cui avevo lavorato tutta la vita si stava finalmente realizzando.

Poco dopo cominciai ad allenarmi in una nuova palestra, molto più grande della precendete.
Lavorai sodo, diedi il meglio di me e tra storte, slogature, lividi e altro non saltai nemmeno un giorno.

Mi allenai costantemente per un anno.

Il grande momento arrivò prima del previsto e ricordo ancora l’ansia in corpo, il mattone nello stomaco, una pressione al petto e il cuore con i battiti fuori controllo.

La gente applaudiva così forte che mi fischiavano le orecchie e quando vidi il mio avversario, feci un respiro profondo, cercando di convincermi che fosse una partita come un’altra.

Diedi il meglio di me, non mi demoralizzai un secondo e quando udii l’annuncio del vincitore non potei credere di aver sentito il mio nome.

Fu in quel momento che compresi il senso della frase: se diventa la tua ossessione andrà tutto di conseguenza.

Quando hai un sogno vivi per quello, non ti importa nient’altro se non di renderti fiero di te stesso.

Solo con obiettivi ambiziosi possiamo cominciare a dire “mi piace che la gente voglia essere me”, e smettere di rispondere alla domanda “chi vorresti imitare?”.

Rebe – Staff Leader di Valore

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